
"Van Glitch intreccia magistralmente il caos digitale in un arazzo di profonda riflessione, dove ogni pixel e glitch diventa un'acuta rappresentazione della nostra frammentata era digitale".
Valentina Tanni
Alexander Van Glitch | Arte digitale come antidoto all'Homo Digitalis
Genesi artistica e filosofia
Dal 2017, attraverso il mio alter ego Alexander Van Glitch, ho abbracciato la bellezza dell’imperfezione e il potere dell’errore nell’arte digitale. Il mio lavoro si pone in netto contrasto con le rappresentazioni iperrealistiche e ad alta risoluzione che dominano la nostra epoca digitale. Preferisco, al contrario, celebrare i difetti, i glitch e la natura frammentata dell’esperienza digitale, utilizzandoli per mettere in discussione la ricerca della perfezione e mettere in evidenza la natura ibrida della nostra esistenza nel mondo digitale. Questo approccio riflette la relativizzazione dell’essere umano in un’epoca in cui tecnologia e processi digitali non sono più semplici strumenti, ma partecipanti attivi nel processo creativo.
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Homo Digitalis e il dilemma digitale
Nel XXI secolo, l’Homo Digitalis emerge come una figura emblematica, modellata dall’incessante integrazione della tecnologia digitale in ogni aspetto della vita. Il mio lavoro riflette su questa trasformazione, esplorando come la connettività costante e il flusso travolgente di contenuti digitali riducano la nostra capacità di comprensione profonda e introspezione. Evidenziando la superficialità dell’Homo Digitalis, cerco di rivelare il divario tra l’esperienza umana e l’opprimente presenza digitale, relativizzando il ruolo della mente umana in un mondo sempre più governato da algoritmi e schermi.
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Tecniche e approccio artistico
Creati esclusivamente utilizzando uno smartphone, i miei lavori decostruiscono la perfezione levigata della cultura digitale contemporanea. Tecniche come la pixelazione, la triangolazione e i glitch vengono impiegate per scomporre e distorcere i soggetti, offrendo una rappresentazione ibridata tra forme digitali e organiche. Queste immagini distorte sono spesso collocate su un vasto vuoto nero, simbolo del profondo senso di vuoto e isolamento al centro della nostra epoca digitale. Questa manipolazione deliberata rispecchia la natura frammentata dell’esistenza contemporanea, sfidando gli spettatori a esplorare la relazione tra coscienza umana e astrazione digitale.
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Serie e temi
Nel corso degli anni ho creato e lavorato costantemente attorno a diverse serie, tra cui Contemporary Icons, Nudes, Contemporary Sacred e Abstracta Chromatica, ognuna delle quali esplora un diverso aspetto del nostro rapporto con il digitale. Queste serie affrontano le realtà frammentate della nostra esistenza digitale, offrendo una riflessione critica sulle identità ibride che abitiamo. Concentrandomi sull’intersezione tra tecnologia ed esperienza umana, il mio lavoro sfida lo spettatore a riconsiderare il proprio ruolo in un mondo in cui percezione e identità sono sempre più mediate da schermi e algoritmi.









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